Gli esports e le scommesse: in New Jersey sono come gli sport tradizionali

Gli esports e le scommesse: in New Jersey sono come gli sport tradizionali
venerdì 2 luglio 2021, 12:09Editoriale
di Francesco Lombardo
Nel New Jersey la legge A637 equipara le scommesse sugli esports a quelle sugli sport tradizionali: è un primo passo verso un riconoscimento più ampio.

Atlantic City è famosa sulla costa est degli Stati Uniti per i suoi casinò. Ma non solo: l’intero New Jersey è universalmente riconosciuto, anche attraverso film e serie TV, come uno degli stati nordamericani più vicini al mondo delle scommesse e del gioco d’azzardo. Soprattutto per i “vicini” dello Stato di New York che passano i propri weekend o celebrano gli eventi più importanti (addii al celibato o nubilato, compleanni, lauree) proprio nel Garden State, una sorta di Las Vegas più vicina.

Eppure anche nel New Jersey fino a poco tempo fa le scommesse sugli esports erano viste con un occhio differente, nonostante il betting sul gaming competitivo rappresenti ormai una quota consistente, seppur minoritaria, nel volume di scommesse sportive. La precedente legislazione dello Stato permetteva ai bookmakers di accettare scommesse sugli eventi esports but solo per i tornei approvati direttamente dall’organo regolamentatore. Come accaduto a novembre 2019 quando la DGE, la New Jersey Gambling Enforcement che si occupare di gestire e approvare il flusso di scommesse nel territorio dello Stato, aveva dato il suo placet al casinò Borgata di Atlantic City di accettare scommesse sulla finale dei mondiali di League of Legends.

Da quel momento l’ente si è reso conto che, contestualmente al sempre più crescente volume di eventi esports e relative scommesse, non sarebbe stato sufficiente approvarli volta per volta ma era necessaria una legge che regolamentasse il tutto in via definitiva. Motivo per cui i legislatori del New Jersey, sia democratici che repubblicani, hanno deciso di scrivere insieme una proposta che potesse soddisfare tale esigenza. D’altronde quando si parla di entrate per lo stato (il gioco d’azzardo è ovviamente tassato e ricopre una quota importante del gettito fiscale) sia destra che sinistra si trovano immediatamente d’accordo. 

La legge è nata con il nome di A637, ufficiosamente nominata “esports betting bill”. Introdotta a gennaio 2020, ha visto l’entrata in vigore effettiva solo a fine giugno 2021 dopo un lungo percorso di approvazione. La legge rivede ed espande la definizione di eventi sportivi relativamente alle scommesse, inserendo in tale modo anche gli esports. Dopo essere stato approvata un anno fa, era il luglio 2020, dall’Assemblea del New Jersey, è stata finalmente deliberata anche dal Senato.

Da lunedì scorso gli operatori del settore hanno così la possibilità di accettare scommesse sugli eventi di gaming competitivo ma con dei limiti ben precisi: le puntate possono raggiungere un massimo di 100 $ con massimale di vincita pari a 500 $. Anche se, in alcuni casi approvati dalla DGE, il limite superiore della scommessa può essere più alto.

L’esports betting è un mercato in continua espansione che si muove di pari passo con il settore esports: più si diffonde il secondo, più il primo accresce il proprio volume di giocate e di interesse negli scommettitori. Anche in Italia tale mercato è cresciuto, rendendo possibile già dal 2016 poter scommettere sui principali eventi esports globali, anche se in maniera limitata e non su quelli italiani. Creando, di fatto, un sommerso non regolamentato in Italia che spinge molti scommettitori a bypassare il sistema scommettendo da siti esteri. Una regolamentazione italiana sarebbe sicuramente utile e mostrerebbe anche un primo passo di accettazione verso il mondo del gaming competitivo che nel nostro paese vive ancora in un limbo non disciplinato.

La stessa legge A637 è solo un primo passo del New Jersey verso un riconoscimento generale degli esports. Già da settembre 2020 è partita un’iniziativa statale della New Jersey Economic Development Authority per accelerare in un certo senso lo sviluppo del settore nello stato: tramite eventi competitivi, conferenze, incontri tra stakeholders e aziende endemiche e non endemiche, oltre agli organi pubblici. Insomma: in New Jersey è stata tracciata una linea ben precisa che, forse, non sarebbe male seguire.