Cinque temi che possiamo aspettarci dall’LEC Spring Split 2022

Cinque temi che possiamo aspettarci dall’LEC Spring Split 2022
© foto di Riot Games
venerdì 14 gennaio 2022, 10:57Editoriale
di Francesco Lombardo
Ritorna il campionato europeo di League of Legends: ecco cinque temi che possiamo aspettarci di percorrere durante la stagione primaverile.

Il momento zero è arrivato: è il giorno dell’LEC e del ritorno dello Spring Split, il campionato europeo di League of Legends. La strada verso il 2022 è stata lunga e sorprendente con diverse mosse inaspettate di numerose squadre e altre solo ipotizzate e mai arrivate. A conti fatti adesso però è arrivato il momento di iniziare e di lasciare la parola solamente al campo anzi, alla Landa degli Evocatori e ai giocatori che scenderanno in campo. Cosa possiamo aspettarci da questa offseason?

I Vitality non vincono lo split - Nonostante il super team costruito dall’organizzazione francese con i ritorni in Europa di Alphari e Perkz e l’arrivo di Carzzy in botlane, che insieme ai superstiti Selfmade e Labrov costituiscono il roster che sommando individualmente i giocatori è il migliore del campionato, vederli da subito vincitori dello Spring Split è complicato. Perché trovare immediatamente la giusta sinergia tra giocatori di così alto livello è complesso e non scontato e perché invece i Fnatic presentano un roster più pronto sotto questo profilo: partono da una botlane già solida e consolidata nel 2021 più due giocatori che sanno esattamente come approcciarsi al gioco grazie alla loro esperienza e un jungler nuovo ma che promette di essere tra i migliori della lega. Seppur Labrov abbia recentemente dichiarato che “Se non vinciamo lo Spring sarà una vera delusione”, penso che non debba essere l’obiettivo dei Vitality: se dovesse arrivare la vittoria anche dello Spring ben venga, ma in caso contrario non ne farei una tragedia.

Gli outsider - Nella lotta per il titolo potrebbero inserirsi G2 Esports e Mad Lions. Il primo sulla carta non sembra un team che può puntare immediatamente alla vittoria. È un roster di transizione, che avrà bisogno di tempo per imporsi nella scena europea. Pensare a una vittoria dello split, che sia nello Spring o nel Summer, già al primo anno è improbabile. Così come, probabilmente, è difficile ipotizzare per loro una qualificazione ai mondiali visti gli altri team. Eppure League of Legends ci ha spesso insegnato che anche i nuovi team possono dire la loro e riservare sorprese: in particolare, più che Broken Blade, l’attesa è per la nuova botlane composta da Flakked e Targamas di cui, da ottobre, si parla un gran bene. Discorso simile per i Mad Lions che puntano su due esordienti: Reeker in corsia centrale e Unforgiven in botlane. Due nomi sicuramente poco conosciuti, non di primo piano, ma che potrebbero iniziare a fare la differenza fin da subito grazie alle ormai riconosciute competenze del coaching staff, riconfermato in toto dopo i due titoli vinti nel 2021, e vero valore aggiunto della società spagnola.

Gli Excel ai playoff - Non tanto perché ci sono per certo quattro squadre inferiori a loro quanto perché il loro caso è molto simile a quello dei Fnatic, con le dovute distanza ovviamente. Ovvero che gli Excel tra i bottom team sono il team che mi sembra più pronto: hanno cambiato di meno, hanno cambiato in meglio, hanno ancora Youngbuck che sa il fatto suo e che si trova adesso un roster non di prima classe ma di certo omogeneo e con cui poter lavorare serenamente. A livello di gioco lo scorso split si è vista la differenza quando sono subentrati Markoon e Advienne, due giocatori decisamente più propositivi dei precedenti, più in linea con il meta ma anche con lo stile degli altri componenti, in particolare con quello di Nukeduck. Perché Nukeduck rimane in ogni caso un gran giocatore che ti da esperienza e solidità in corsia: unica pecca, non è quel tipo di giocatore che ti risolve la partita da solo (altrimenti non starebbe agli Excel, giustamente). Però il cambio di passo della squadra, anche in termini di mentalità, si è visto chiaramente a metà dello scorso split.

Ma Malrang è forte? - Forse la scommessa più azzardata di questa offseason. Coreano, ex Damwon Kia, Malrang è stato il sub di Canyon e ha persino giocato qualche game nella scorsa LCK nel Summer Split 2021. Il problema è che a parte alcune eccezioni i giocatori orientali hanno sempre fatto fatica ad ambientarsi in occidente, soprattutto negli ultimi anni, per un motivo semplice: il loro inglese scolascito è quasi esclusivamente scritto e per nulla parlato. Malrang, nonostante da Canyon abbia sicuramente acquisito enorme esperienza e ne avrà carpito tanti segreti, occupa un ruolo delicato come quello della giungla in cui la comunicazione è tutto: non basta saper giocare, devi saper parlare con i tuoi propri compagni di squadra nel modo più semplice, diretto e chiaro possibile. Tuttavia un fattore gioca a favore di Malrang: non è la sua prima esperienza fuori dalla Corea. Avendo giocato a inizio carriera, prima di passare nei Jin Air e nei KT Rolster, in Turchia con i Royal Bandits. Ha quindi già tanta esperienza competitiva accumulata, anche estera. Esperienza che potrebbe permettergli di avere un ingresso più “agevolato” in LEC.

Promisq è ancora in LEC? - Con Dajor, unica verà novità di questo roster (Kobbe in realtà non conta) l’età media scende non di molto a 25 anni ma ciò che colpisce degli Astralis è la linea politica che hanno deciso di percorrere. Da quando gli Astralis sono entrati nell’LEC, che sia sotto il nome Origen o il proprio, la linea è stata chiara: nell’arco di cinque split, quindi due anni e mezzo, la toplane è cambiata una sola volta, passando da un fenomeno come Alphari a Whiteknight; la giungla ha subito due cambi da Kold a Xerxe e Zanzarah; la midlane da Nukeduck a Magifelix e infine a Dajor; la botlane da Patrik ad Upset a Jeskla e adesso Kobbe, poi Mithy, Destiny, Jactroll e Promisq. Il problema non è Promisq in sé quanto il fatto che sembra quasi che gli Astralis stiano sfruttando nel modo errato il franchising. Le franchigie sono fatte per dare ai team la possibilità di sperimentare, di investire sul futuro del team e sulla brand-awarness dell’organizzazione senza l’incubo di doversi preoccupare di una eventuale retrocessione. L’obiettivo dovrebbe essere creare team che siano un mix di giovani e giocatori esperti, in modo che i secondo guidino i primi nella scena competitiva. Così come dovrebbe essere un obbiettivo dichiarato creare contenuti, stimolare l’interesse verso la competizione e ampliare i tuoi tifosi. Gli Astralis invece sembra abbiano deciso di intraprendere una strada totalmente opposta, reazionaria al cambiamento e all’evoluzione verso il futuro. Sia chiaro: non sono gli unici a non portare valore aggiunto all’LEC ma appaiono come quelli che non hanno uno straccio di piano per riuscirci.