ESW | M."Saigo" Sarcina (Pro Player Pes): "A volte perdo per capire fin dove posso esagerare"

ESW | M."Saigo" Sarcina (Pro Player Pes): "A volte perdo per capire fin dove posso esagerare"
venerdì 2 luglio 2021, 13:00Interviste
di Chiara Biondini
M."Saigo" Sarcina (Pro Player Pes Empoli e Juve Stabia)

Maurizio "Saigo" Sarcina pro player della Juve Stabia ed Empoli per il videogioco PES è intervenuto ai microfoni di TMWRadio, nella rubrica Esports in onda tutti i venerdì mattina.

“Carriera da Pro Player? E’ nato tutto un po’ per caso qualche anno fa, ho origini pugliesi e vivo a Milano da un po’. Mentre ero in Puglia ho avuto modo di giocare incontrarmi e allenarmi con gente che non conoscevo, che però facevano già parte di un circuito importante, che gareggiava in giro per l’Italia su PES. Da quell’anno là ho avuto modo di confrontarmi con i più forti, ed è venuto fuori che ero abbastanza bravo pur non sapendolo, e mi hanno detto di provare a gareggiare per il titolo italiano. Ho provato a girare per l’Italia e fare queste competizioni nel 2016, sono stato tra i migliori 16 in Italia e da lì il curriculum si è arricchito con prestazioni importanti che mi hanno visto giocare anche con i più forti a livello europeo in tappe Pes League. L’anno scorso l’Italia si è accorta che l’eSport esiste e che ha bisogno di pubblicità e spazio, e quindi le prime squadre italiane che hanno investito sono state quelle di Serie B, con la BeSports io sono stato chiamato dalla Juve Stabia. Ho fatto bene con la Juve Stabia e sono stato richiamato per l’Empoli e io e il mio compagno abbiamo fatto bene. Ci siamo divertiti e abbiamo fatto divertire i tifosi”.

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“L’ho fatto perché sto creando la mia squadra in una modalità che si chiama 10vs10 nel gioco che permette di entrare di far entrare contemporaneamente 20 persone e ho cercato di far capire la mia ideologia e quello che cerco al di là delle capacità del Player nelle persone affinché si interfaccino con me. PES ti da la possibilità di mettere in campo la tattica e tutto quello che ti permette di battere l’avversario, è molto manageriale per me quindi io si sono schierato. E’ la riproduzione calcistica più vicina alla realtà su console. A me non piace tanto i movimenti dei giocatori che fanno in campo su FIFA, è tutto più veloce, non è ragionato come su Pes, in cui si può far valere la fase difensiva”.

Crescita eSports
“Quello che lega i giocatori di Pes e Fifa è la passione del calcio reale. Anche chi ha una certa età vuole ricoprire il suo ruolo in una squadra digitale. Tanti cercano di farsi trovare pronti anche nel digitale. La voglia da parte delle persone appassionate di far crescere il movimento c’è, sono convinto che stia crescendo e ci sia rispetto tra i giocatori, e chi organizza. I team eSports nascono per fare accademia, gruppo e lavorando insieme ottenere risultati".

“Quando gioco e non sono in competizione, mi piace anche perderle le partite esagerando in alcune cose, per cercare di capire fin dove posso esagerare. Sapendo fin dove posso sbagliare, so quando c’è la competizione qual è il rischio massimo che mi posso prendere. Andando a cercare il limite escono fuori cose che nemmeno si immagina. A volte ci si limita a fare il compitino, però in questo modo non si cresce. Io provo mille moduli diversi pur perdendo, anche per capire l’avversario che ho di fronte che cosa sa fare più di me. Se ho un player che non conosco di fronte, lo faccio anche giocare giusto per capire cosa possa sapere lui più di me nel gioco. Quando c’è la competizione mi metto a far valere con serietà la bravura. Studio il movimento dei giocatori, come coprono il campo, qual è la loro migliore dote, in Pes ogni giocatore ha uno stile di gioco, come Totti che è un regista creativo lo devi mettere in condizione tale da fare quel ruolo lì, usarlo come prima punta è sprecato. Col tempo il gioco si avvicina alla realtà e bisogna star lì a pensarci. Questo non significa allenarsi 10 ore al giorno, ma pensare a quello che hai fatto il giorno prima anche per un’ora, pensando a quello che non è riuscito ieri cercando di correggersi.”.

“Arrivati ad un certo livello tutti sono bravi, allora dopo un po’ per vincere la partita ci vuole la calma, che l’esperienza ti sa dare. Per rispondere all’evento, ripenso a tutto quello che ho fatto alle vittorie, come mi sono battuto e mi sento pronto. E’ anche una questione mentale. Vince sempre chi è più bravo non esiste lo script se non la bravura”.

Fra 10 anni come ti vedi tu e il mondo eSport
“Avrò 40 anni e sono convinto che si farà bene e i giocatori in primis faranno bene, potranno nascere all’interno della società figure atte a far crescere dentro il club figure eSports, come allenatori, responsabili di accademia. Io spero di collaborare a lungo con questo videogioco. Nella vita ho anche altri interessi quindi continuerò a studiare, so che tutto dipende da me e cercherò di impegnarmi al massimo perché sia il tutto il più roseo possibile”.