ESW | Elena "Hevnokat" Coriale "Genoa è stata la proposta che non si poteva rifiutare"

ESW | Elena "Hevnokat" Coriale "Genoa è stata la proposta che non si poteva rifiutare"
© foto di LND.it
venerdì 13 agosto 2021, 15:34Interviste
di Chiara Biondini
Esports alle olimpiadi…Sarebbe un gran riconoscimento...Dobbiamo imparare che i social ci mostrano solo quello che gli altri ci vogliono mostrare

E-Sports: Elena "Kat" Coriale intervistata da Iacopo Erba e Fabrizio Ponciroli

Elena "Hevnokat" Coriale pro player del Genoa Esports, campionessa in carica della LND eFemminile, dopo aver conquistato anche il primo campionato eFemminile con la Sicula Leonzio alla passata edizione, è intervenuta ai microfoni di TMWRadio nella rubrica dedicata agli eSports.

“Gioco da quando ho memoria, dalle prime console ed è una passione che non ho mai abbandonato e che è stato naturale associare a Fifa: da grande tifosa ed appassionata di calcio è stata molto naturale”.

Sei tifosa?
“Guardo tutte le partite, lavoro permettendo. Tifo Juventus. “

Approccio da pro-player…
“E’ un discorso molto ampio, non basterebbe una giornata per raccontare tutto, secondo me la cosa più importante è riuscire a focalizzarsi, mantenere la concentrazione e riuscire a capire che risultato si vuole ottenere. Capitano gli errori e ci sono tante difficoltà, incontri gente molto forte, è tutta una questione di testa oltre che bravura”.

Rapporto ragazze e ragazzi nel mondo eSports…
“Amore e odio. Ci sono ragazzi che mi stimano tantissimo, con cui ho un rapporto veramente bello, ma ci sono anche quelli che fanno ancora molta fatica ad accettare una figura femminile all’interno un po’ del loro ambiente, anche se non è il loro…c’è ancora tanta discriminazione”.

“Diciamo che il discorso Fifa calcio è molto particolare, forse perché l’uomo si sente un po’ padrone di questo sport e rispecchia questa cosa anche nel mondo eSport. Su altri titoli le ragazze stanno prendendo più confidenza, riescono ad esporsi molto di più, si vergognano sempre di meno, hanno meno difficoltà, ma ci sono tantissimi ostacoli e per quanto riguarda Fifa ancora di più”.

Dirette streaming? C’è sempre stato qualche timore, la mia idea è sempre stata quella di non mostrarmi perché non volevo portare avanti un discorso del tipo “ti seguo e vedo chi sei”. Ho cercato prima di arrivare a qualcosa, di arrivare a determinati traguardi e il resto sarà tutto in discesa. Volevo lasciare il segno prima di iniziare quel discorso”.

Ci sono ragazze che ti hanno già preso non proprio come modello, ma che chiedono consigli?
“Sono anni che porto avanti questa specie di battaglia di noi donne, quindi molte ragazze si avvicinano e mi scrivono, anche ragazzi, la cosa più importante per me è riuscire a diventare un punto di riferimento per chi ha paura ad esporsi, come magari ce l’ho io”.

In cosa c’è più preoccupazione nel fare streaming.
“C’è quello che ha paura perché non si sente all’altezza, la ragazza che ha paura perché non si sente la più bella del mondo, c’è sempre questo rapporto tra pubblico e bellezza che va sfatato. Siamo nel 2021 e io penso sia più importante seguire una persona per quello che è più che per quello che si vede, poi la bravura e la capacità di intrattenimento è tutto un altro discorso. E’ brutto che ad oggi ci siano molte persone che hanno paura ad esporsi per le critiche, per paura di non rappresentare quello stereotipo”.

Le piattaforme possono dare una mano a livello di policy al riguardo?
“Possono fare dei passi avanti, ma secondo me la cosa più importante è vedere sé stessi. E’ un discorso ampio, siamo circondati da modelli che ci sembrano irraggiungibili e insuperabili e se ci mettiamo a guardare chi ci sta intorno, non riusciremo mai a far niente, c’è chi è più bella, chi è più bravo, chi più intelligente o creativo. Dobbiamo imparare che i social ci mostrano quello che gli altri ci vogliono mostrare, se una persona ha un desiderio, un obiettivo e vuole intraprendere una determinata carriera o strada dovrebbe pensare esclusivamente a sé stesso e a raggiungere quelli che sono i suoi ideali. Il confronto se c’è ed è sano, è sempre ben accetto però, ci sono tante cose da migliorare, soprattutto per il supporto.”

Differenze tra le realtà italiana e straniera…
“Abissale, all’estero è un lavoro, il pro player è considerato un atleta, qui se vai in giro a dire che sei una videogiocatrice professionista, la prima risposta è “trovati un lavoro vero”. C’è chi come me il lavoro vero ce l’ha già, c’è questa visione vecchia”.

Il percorso con maglia del Genoa eSports
“E’ nato tutto non dico per caso. Quelli che non erano ancora i miei procuratori, mi hanno contattata, ci seguivamo già da qualche anno, avevo già vinto il primo campionato dilettanti con la Sicula Leonzio, e mi hanno contattato. Dato che c’era questa voglia di collaborare da tanto tempo, quella del Genoa è stata la proposta che non si poteva rifiutare. Ho accettato e abbiamo portato avanti questo percorso, giocando per vincere ovviamente, le aspettative erano già alte perché ero la campionessa in uscita. Ho cercato di mantenere alto il livello e di portarmi a casa il trofeo. E’ stata una bella avventura”.

Approccio Free to play dopo l’uscita di eFootball e FIFA.
“E’ un grande passo, questa rivalità si potrà vedere dal prossimo anno, perché per questo Fifa non sarà ancora free to play. Bisognerà un attimo capire come verrà valutato il discorso dei contenuti aggiuntivi in game, perché si punterà tutto su quello. Senza dubbio sarà una grande rivoluzione”.

“Tra 10 anni? Chi può dirlo, speriamo di aver rilasciato un segno, di essere contenta e soddisfatta del mio percorso, sia come pro player che non”.

Esports alle olimpiadi…
“Sarebbe un gran riconoscimento, voi vedete la ragazza o il ragazzo che giocano e che fanno i tornei, ma dietro c’è una grande preparazione, tanto tempo speso e investimenti di tante persone. C’è chi fa da solo, chi ha delle società o procuratori o sponsor dietro, quindi sarebbe un valorizzare questo tempo, investimento e queste persone, oltre a portare un grande pubblico”.