ESW - Brambilla (team Exeed): "Offriamo visibilità e posizionamento nel settore eSports"

ESW - Brambilla (team Exeed): "Offriamo visibilità e posizionamento nel settore eSports"
© foto di Exeed
venerdì 21 maggio 2021, 12:11Interviste
di Chiara Biondini
fonte Intervista di Fabrizio Ponciroli su TMWRADIO
Il team Exeed del Cagliari è in finale di eSerie A sia per PES che FIFA!

Federico Brambilla co fondatore del team Exeed è intervenuto in diretta su TMWRadio nella rubrica EsportsWeb, per raccontare la loro realtà nel mondo degli eSports e non solo.

“Exeed è un team esports, per i neofiti possiamo dire che è come se fosse una polisportiva. Al posto del calcio, basket o pallavolo, i giocatori competono per dei titoli di videogiochi. Tutto il mondo della comunicazione sta andando verso le piattaforme digitali, il punto è che i miei giocatori o quelli di altre squadre a livello nazionale o internazionale, diventano dei punti di riferimento. Anche il team nelle community dei videogiochi diventa un punto di riferimento per un determinato target".

"Al momento noi abbiamo all’attivo quattro giochi che sono congeniali per lo sviluppo a livello italiano, che sono FIFA e PES che ci danno una mano ad ampliare dei percorsi con delle squadre di calcio. In questo momento Exeed è in partnership con il Cagliari Calcio ed Entella, gestiamo da un punto di vista di agenzia il Como. Abbiamo Fortnite che è un fenomeno popolare in tutto il mondo e Rocket League. Questi 3 giochi permettono ad Exeed di comunicare a dei ragazzi che amano i videogiochi:è un mezzo di intrattenimento fantastico”.

Cosa vuol dire avere una partnership con un team di Serie A?
“Ho 30 anni e dovrei essere pienamente nel target di tutto quello che riguarda il mondo calcio, a me piace come sport, ma non l’ho mai vissuto da tifoso, ma ho provato ansia nel vedere le partite del Cagliari, ho fatto anche l’abbonamento. Dato che il Cagliari voleva ampliare il suo asset, e digitalizzare il brand si è affidato sostanzialmente a noi, e allora insieme abbiamo costruito quello che è una comunicazione adeguata a livello social. Alcuni player giocano in partnership con Cagliari Exeed. La società partecipa in questo momento alla eSerie A, dove abbiamo il team sia di FIFA che di PES in Final Eight. Il Cagliari ha lottato per la salvezza da un punto di vista calcistico, ma ha due team che possono lottare per la vittoria della eSerie A. I fan poi così si affezionano al giocatore che lotta per la determinata squadra, coltivando la fanbase da un punto di vista eSports”.

Cosa vi chiedono di più?
“Quello che noi offriamo come prodotto e servizio, è una visibilità e un posizionamento all’interno di un determinato settore, e determinate attività sono finalizzate a delle attività di vendita. L’audience che ascolta e guarda dei titoli eSports è più soggetto a comprendere quella che è una pubblicità spot o marchetta. Il feedback è positivo da parte dell’utente finale".

Come gestisti questi giovani talenti?
“E’ difficile, perché strutturare una realtà come quella di un team eSports è complicato perché molte volte mancano delle competenze. Non c’è un percorso di studi ben preciso nel settore specifico, ci si adatta. Abbiamo all’attivo 13 persone a livello di staff, che lavorano effettivamente con Exeed: dal videomaker, al grafico, al social media manager…ci sono 4 allenatori per titolo, 4 team manager, uno psicologo sportivo che lavora con i team che permettono di giocare a determinati livelli. Serve per preparare i ragazzi alle competizioni. Ci sono tanti giovani che giocano e pochissimi posti in un team come il nostro, e da quel punto di vista lì è un forte stress”.

C’è tanta gente che gioca e che guarda… adesso i ragazzi non hanno più i punti di riferimento della televisione, guardano all’influencer, allo youtuber, allo steamer, e insieme a questo gruppo di persone c’è anche il Pro Player”.

Come fai ad individuare un talento?
“Ci sono delle persone che sono praticamente osservatori sportivi. Si va a vedere nelle leghe chi sta avendo un percorso di crescita. Essendo tutto online, tutto ha un tracking e rende il lavoro un po’ più semplice. Il punto poi è capire se il ragazzo è incline a lavorare, se magari è piccolo capire cosa ne pensa la famiglia. Abbiamo dei ragazzi che hanno 16/17 anni sotto contratto e dobbiamo e siamo in dovere di avere degli ottimi rapporti con la famiglia. Può essere una possibilità per il ragazzo”.

“Nel settore eSports l'Italia è tanto indietro, ma è un’opportunità questa. Amo questo settore e quello che mi ha dato. Da ex player agonista so cosa serve ad un giocatore e ho cercato di creare una piattaforma che desse dei servizi: al player serve una struttura, delle persone che lo seguono, serve far parte di un gruppo.

“Progetti futuri? C’è l'idea di un’internazionalizzazione di Exeed: vorrei portare dell’italianità all’estero, abbiamo degli ottimi giocatori che devono essere valorizzati e strutture come le nostre stanno cercando di farlo come noi. Un altro grosso punto è il lancio del nostro merchandising. E poi stiamo lavorando su Milano per prendere una Villa per spostare tutti i ragazzi lì, creando una gaming house, un investimento importante".