ESCLUSIVA - LND eCup Lo Presti: “Confermati nel virtuale tutti i valori che da sempre vengono veicolati dalla LND"

ESCLUSIVA - LND eCup Lo Presti: “Confermati nel virtuale tutti i valori che da sempre vengono veicolati dalla LND"
© foto di LND eSports
venerdì 18 febbraio 2022, 16:31Interviste
di Chiara Biondini

Il presidente della Commissione eSport della Lega Nazionale Dilettanti Santino Lo Presti è intervenuto ai microfoni di TMW Radio per descrivere l’impegno della LND nel mondo del calcio virtuale, nella rubrica dedicato agli eSports di ESportsWeb.

Abbiamo voluto sottolineare l'impegno della Lega Nazionale Dilettanti, che forse sta capendo meglio di tante altre realtà che tipo di settore è quello di eSportivo…
“Sì noi siamo fortemente interessati e impegnati, perché seppur si tratti di un gioco virtuale, mantiene le caratteristiche nostre anche a livello di comunicazione, come per il gioco reale. Voi sapete che la Lega Nazionale Dilettanti si occupa del calcio dilettantistico e quindi vuole trasmettere dei valori che sono quelli dello stare insieme, della socializzazione, dell’aiutarsi, del rispetto delle regole.  Nel calcio virtuale, anche se non è un calcio in presenza, questo viene mantenuto e confermato. Alcuni punti di forza di questo calcio virtuale: noi eravamo abituati ad esempio a pensare che la comunità fosse solo quella in presenza, che la socializzazione avvenisse tra persone in presenza. E invece no, perché questo mondo così globalizzato ci ha fatto capire che vi è anche una socializzazione diversa, cioè posso essere dall'altra parte del mondo e però posso collegarmi virtualmente con altre persone e quindi c'è un tipo nuovo di socializzazione che non possiamo ignorare. Noi abbiamo mantenuto il gruppo squadra ad esempio, noi facciamo 11 contro 11, quindi non c'è come dire uno contro uno, questo è estremamente importante. Questo vuol dire dover fare una squadra di 15-18 player  e quindi mantenere ferma la socializzazione. Pensiamo ad un ragazzo che sta su una carrozzina, ma che però ha il piacere di esprimersi, di giocare al calcio, che non lo può fare nel campo reale, perché non è in condizioni di farlo...ecco nel campo virtuale lui può essere un’atleta che gioca a calcio e partecipare".

"Un altro punto di forza: nel calcio virtuale noi non abbiamo limiti tra le ragazze o i ragazzi, cioè vi possono essere squadre miste. Già basterebbe questo per dire qual è la forza del calcio virtuale. E’ chiaro che noi poi siamo impegnati moltissimo, perché facciamo il campionato di eSerieD, ma fino all'anno scorso avevamo 5 comitati regionali impegnati con l'eccellenza, e questo anno stiamo pensando di portarli a 12. Non possiamo partire di colpo con tutti , perché c'è anche una preparazione che dobbiamo fare con dei nostri ragazzi che lavorano, con i nostri responsabili regionali. C'è la Coppa che anche è una novità, noi facciamo una eCup simile alla Coppa Italia in cui partecipano sia le società professionistiche che le squadre dilettantistiche. Ci sono novità importanti”.

“Ci vuole un agonismo sano cioè né violento né di provocazione perché si cresce attraverso l'agonismo. Manteniamo fermi i valori, ci saranno le promozioni e le retrocessioni, ci sarà chi vince un campionato e chi non lo vince, ma noi vogliamo attraverso il gioco virtuale, trasmettere valori sani, nei confronti delle giovani generazioni nell’inclusività. Giocare con un joystick è uno sport, perché ci sono delle strategie, delle tecniche, ci si deve allenare. L'importante è avere la misura di ogni cosa”.

Vede qualche controindicazione in questo mondo che è completamente virtuale?
“Vengo dal mondo della scuola, quindi per me lo stare insieme ai ragazzi è fondamentale e talvolta siamo preoccupati quanto i genitori, se vediamo i figli che stanno per molto tempo collegati al telefonino, ad uno strumento che ti fa sentire collegato, ma alla fine in realtà sei solo. Ecco perché noi abbiamo dei correttivi: abbiamo voluto mantenere ferme alcune cose, come l’11 contro 11. E’ importante perché tu non sei solo,ma con altri ragazzi collegato mentre giochi, ci sono 11 joystick che muovono i giocatori in campo, quindi devi essere in collegamento e mentre giochi devi parlare con altri per stabilire una strategia".

 "Nelle esperienze in presenza che facciamo, vedo che i ragazzi si divertono molto, nascono delle amicizie. Il nostro sforzo è che gli eSports sia uno sport che favorisca la socializzazione. Una squadra può essere composta da ragazzi che stanno in diverse parti del mondo, ed è un momento di conoscenza vera anche se virtuale, che oggi esiste e non possiamo ignorarla o nasconderla. Cerchiamo di mettere dei paletti per evitare che tutto questo diventi un fatto negativo”.

Vi siete contornati di realtà giovani, Startup importanti, e anche l’OIES: un mondo per giovani ma che venga gestito anche da realtà molto giovani…
“Abbiamo dato delle indicazioni ai comitati regionali di nominare un responsabile degli eSports regionali, un ragazzo giovane che gioca, una persona che capisca degli eSports. Come dicevate voi all'inizio questo è un gioco che ha delle potenzialità notevoli anche di sviluppo, e di attrazione economiche. Quindi dietro c'è tutto un mondo nel virtuale teso esponenzialmente a crescere”.

Qual è l'aspetto che più l'ha colpita a livello personale del mondo di esportivo?
“Inizialmente quando abbiamo parlato degli eSports, come presidente del comitato regionale della Sicilia, ero un componente del consiglio nazionale, e avevo molte riserve. Poi quando a Gallipoli l'anno scorso alle fasi finali in presenza, ho visto questi ragazzi, l'impegno e le loro strategie, mi sono reso conto che sono degli atleti a tutti gli effetti. Sono delle persone che debbono prepararsi alla partita, che hanno tensione, che quando fanno un gol ,seppur virtuale, esultano. Il tutto mi ha meravigliato, io non pensavo che dietro ci fosse questo stare insieme, questo formare squadra, questo modo di fare. Ed è per questo che oggi sono come dire coinvolto totalmente. Non solo ho superato le riserve, ma ritengo addirittura che nel virtuale ci siano dei punti di forza di cui la LND non può fare a meno. Penso che possiamo dare spazio a tanta gente che non va nel campo vero, ma che vuole giocare lo stesso”.

Finali in presenza...
“A questi ragazzi, che magari non sono dello stesso comune, della stessa provincia, della stessa regione, gli diamo la possibilità di mettersi insieme. Un momento in cui dal virtuale si passi al reale, questo è importantissimo”.

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