League of Legends ha un problema con la SoloQ classificata

League of Legends ha un problema con la SoloQ classificata
© foto di Riot Games
lunedì 20 giugno 2022, 18:35Editoriale
di Francesco Lombardo
Sempre più giocatori si lamentano dell’esperienza di gioco in ranked: come fare per porvi rimedio? La soluzione potrebbe arrivare da Valorant.

Non è un mistero che le ranked nella coda SoloQ siano una delle esperienze più mistiche che un giocatore di League of Legends possa fare. Nonostante gli enormi sforzi compiuti da Riot Games, gliene va dato atto, nel corso degli anni per migliorare la soluzione, ci troviamo attualmente ben lontani dall’aver risolto ogni singolo problema. Mentre il detto “Se sei forte sali”, marchio di fabbrica del caster e content creatore Lapo “Terenas” Raspanti, rimane personalmente in vigore e veritiero, per cui chi è davvero bravo alla lunga sale di categoria scalando la coda classificata, persino i migliori incontrano però delle esperienze di gioco che rendono alcune partite ingiocabili: tra smurf, account secondari di giocatori di livello più alto che giocano a livelli più bassi, giocatori che indirizzano intenzionalmente la partita verso la sconfitta, player tossici e molto altro, la SoloQ di League of Legends diventa molto spesso un’esperienza deludente per il giocatore che percepisce i minuti spesi in gioco come una perdita di tempo, allontanandolo magari dalla Landa.

Il problema principale che intercorre in questi casi è la fortuna: perché avere o meno un giocatore non intenzionato a vincere, di malumore, tossico nei comportamenti e nelle reazioni o uno smurf nel proprio team o in quello avversario è pura fortuna. Certo, una fortuna che può essere diminuita nel momento in cui il giocatore che vive la partita in prima persona si comporta in maniera corretta e con la giusta mentalità: in tal caso la probabilità di trovare un giocatore ostile, ma alleato, diminuisce, motivo che spinge a credere nella versione più ottimistica del “se sei forte sali”, almeno nel lungo periodo. Alcune partite rimangono tuttavia ingiocabili, un problema che attraversa tutti i livelli dal Ferro fino al Diamante e oltre, pur diminuendo in percentuale. Riot Games nel corso degli anni ha preso sempre a cuore questa problematica, spingendo sulla correttezza della community, lanciando iniziative (come quella dell’Onore) che premiano i comportamenti migliori e più virtuosi con delle ricompense in-game, al di là delle prestazioni sulla Landa. Tuttavia l’enorme mole di giocatori di League of Legends, circa 3,5 milioni al giorno secondo gli ultimi report del mese di dicembre 2021, quando sono stati registrati 125 milioni di giocatori attivi nello stesso mese, impedisce di avere un’esperienza serena per tutti.

Sia chiaro: non si parla di dover vincere per forza. L’obiettivo rimane avere un’esperienza di gioco che, al di là della vittoria e della sconfitta, possa restituire qualcosa sia in termini di relax (si tratta pur sempre di un gioco e di un passatempo per molti) sia in termini di formazione, permettendo di terminare ogni partita con alcune nozioni e conoscenze in più, magari imparate proprio grazie all’interazione con i giocatori. Come rendere l’esperienza di gioco ancora migliore per un più ampio numero di giocatori è però la domanda da un milione di dollari, a cui vorremmo cercare di rispondere. L’idea, di fondo ma attuabile in più versioni, sarebbe quella di creare delle code classificate parallele tra loro, quasi come le corsie delle autostrade: magari sfruttando una sorta di reputazione basata sulle prestazioni dei singoli giocatori, in modo da premiare coloro che, al di là dell’esito del match, giocano in media delle buone partite; oppure gestire il matchmaking anche in base ai comportamenti tenuti durante i game; o, ancora, prendere l’esempio di Counter-Strike. Nel titolo di casa Valve è stata introdotta una coda classificata, quasi una terza corsia dell'autostrada, per quegli utenti che hanno verificato il proprio account tramite cellulare. Un solo account a disposizione che permette di avere una coda classificata “premium”, i cui privilegi si perdono istantaneamente e in modo definitivo alla prima infrazione per inting o flame, in base al report. Soluzione che tra l’altro risolverebbe anche il discorso degli smurf, essendo il numero di cellulare associabile a un solo account (a meno di avere due numeri di cellulare a disposizione, ovviamente).

Il problema principale della SoloQ, al momento, sembra infatti essere le punizioni inflitte da Riot Games, percepite come sopportabili e non eccessivamente punitive, tutto mascherato poi dietro l’anonimato che permette di avere comportamenti che dal vivo, o con nome e cognome, probabilmente molti non terrebbero. Senza dimenticare la piaga della possibilità di comprare a poco prezzo account nuovi con pochissime difficoltà, comportamento non tollerato da Riot Games ma che sembra non riuscire a trovare una soluzione per arginarlo : argomento che però aprirebbe un’altra discussione, la cui sede non è questo articolo. Un primo passo verso una delle soluzioni proposte potrebbe intanto arrivare da Valorant: diversi utenti hanno discusso su Reddit come la soluzione potrebbe essere proprio associare l'account a un numero di cellulare per giocare le partite competitive, mentre rimarrebbero libere le “normal”. Si tratta in realtà di un sistema che già esiste su League of Legends ma solo per i tornei Clash e non per le code classificate. Forse, adesso, potrebbe essere arrivato il momento di ampliare questo modello di autenticazione, nel tentativo di rendere più responsabili i giocatori e di garantire una migliore esperienza di gioco, diminuendo sensibilmente gli incontri spiacevoli sulla Landa.