ESW | Gelfi OIES: "Il punto debole del mercato eSports è che manca una normativa"

ESW | Gelfi OIES: "Il punto debole del mercato eSports è che manca una normativa"
venerdì 9 luglio 2021, 16:57Interviste
di Chiara Biondini
fonte Intervisa di Erba, Viscogliosi e Ponciroli su TMWRadio

E-Sports: Enrico Gelfi, "OIES", intervistato da Gianluca Viscogliosi, Iacopo Erba e Fabrizio Ponciroli

Enrico Gelfi, cofondatore dell'OIES,  è intervenuto questa mattina ai microfoni di TMWRadio per parlare dello sviluppo dell'Osservatorio e degli eSports in italia.

"Come Osservatorio stiamo cercando di dare strumenti analitici per poter decriptare questo mercato, che soprattutto per chi lo guarda dall’esterno è un po’ complicato. Anche grazie a tutte le realtà incluse nel nostro Network, come piattaforma di incontro, riusciamo a far convergere informazioni e quindi mettiamo a disposizione dei contenuti, degli studi, delle newsletter, cerchiamo di fare cultura e trasmettere conoscenza del mercato eSports”.

Sulla nascita Osservatorio Italiano Esports.
“Abbiamo cominciato a lavorare nel mondo esports nel 2019, quando già si intuiva che potesse avere un potenziale significativo, poi però con i metodi classici da agenzia di marketing sportivo, ci siamo resi conti che non trovavamo il metodo giusto per far decollare la potenzialità che vedevamo. Come era prevedibile il Lockdown ha imposto una maggior fruizione e anche attenzione delle persone comuni e non solo del mondo dei videogames e questo è stato per noi un momento ideale per lanciare la nostra offerta. L’Osservatorio nasce esattamente un anno e mezzo fa in piena pandemia, e quello è stato lo switch per noi e per tutto il mercato eSports, perché poi hanno cominciato a prendere consapevolezza di questo mondo anche i media, i brand e le persone comuni. I numeri dimostrano che stiamo parlando di una vera e propria rivoluzione culturale e sociale”.
In Italia a che punto siamo...
“Molte grandi aziende stanno iniziando ad investire, come Tim , Vodafone, Unicredit, intesa, colossi italiani ma con interessi globali. Si è iniziato il percorso di affrancamento degli eSports dalla semplice pratica ludica, a una pratica sportiva a tutti gli effetti. Uno dei punti deboli del mercato è che non esiste una normativa che dia ordine e oggettività a quello che sta succedendo. Anche quando si parla di Pro Player si sta usando una terminologia impropria, perché di fatto di professionismo non c’è nulla. E’ la legge che dovrebbe definire che cosa è professionismo o no, di fatto sono giovani che competono e percepiscono un ingaggio per fare quello che fanno. In assenza di una legislazione ufficiale, come invece c'è in Francia, per restare in europa, quello che si sta vedendo ora, è un tentativo da parte del comitato olimpico nazionale di creare le condizione per rendere ufficiale questo percorso, se non per tutti gli eSports per lo meno per i Virtual Sport, quelle discipline sportive che vengono tradotte poi in ambito virtuale elettronico e che potrà dare un grosso aiuto allo sviluppo.”