Rebirth Sardegna, il Comune di Baradili crede nei videogame
Baradili crede nei videogames e sarà la sede virtuale di un torneo senza precedenti in Italia. Si giocherà domani sabato 18 dicembre alle ore 16:00 il torneo "Rebirth Sardegna", un torneo di Call of Duty giocato da 20 tra i più grandi player professionisti italiani e altrettanti ragazzi sardi con l’obiettivo di rilanciare una ricerca sostenuta dal Comune di Baradili e condotta da Nabui Società Benefit sul ruolo che possono avere i videogiochi per la rinascita delle piccole comunità e dei territori sensibili. Tra i videogiocatori professionisti che prenderanno parte al torneo Rebirth Sardegna anche Marco Filograsso, "savyultras90" gamer professionista, tra i giocatori più qualificati a livello globale, creator e partner di Twitch, la piattaforma di Amazon dedicata all'intrattenimento nel mondo del gaming, che affiancherà uno dei ragazzi di Baradili.
Il torneo, che sarà possibile seguire sui canali di King Esport, partner tecnico dell'evento, avrà sede virtuale a Baradili, il paese più piccolo della Sardegna (76 persone) che per il secondo anno investe sull’Esport come strumento di coinvolgimento della comunità e di lotta all’isolamento. L’Esport, conosciuto anche come sport elettronico, consiste nell’interpretazione dei videogiochi in chiave competitiva: sono sempre di più le gare e le competizioni che ogni anno vengono organizzate alla stregua delle più classiche competizioni sportive. Sono circa 6 milioni gli italiani che seguono questa nuova disciplina, ovvero il 12% della popolazione nazionale. Nel 2024 debutterà come disciplina olimpica a Parigi.
Rebirth Sardegna è un invito a "rinascere", a trasmettere i valori positivi dell'Esport, e a far passare un concetto, ancora molto difficile da trasmettere, ovvero che i videogames, se posti all’interno di un contesto di consapevolezza e comprensione, possono essere strumenti educativi e di aggregazione, in linea con l'utilizzo che ne fanno le nuove generazioni. Anche la scelta di Call of Duty, uno dei videogiochi sparatutto più famosi, risponde all'esigenza di trasferire un messaggio positivo: la guerra non si fa, si gioca.